martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale.



Il discorso e’ sempre quello: ci aspettiamo un Natale come quando eravamo bambini quando tutti pensavano a noi e Babbo Natale (che esisteva davvero) ci portava i regali. E invece ci ritroviamo sempre obbligati a vivere questa cosa senza senso, in cui l’ansia per un regalo ci divora, la preoccupazione per la spesa e’ un avvoltoio sulla spalla e sotto a tutta questa frenesia ingiustificata (ma imposta) , c’e' tanta malinconia del solito passato che non torna. Alla fine, l’unico modo per alleviare i danni e’ cedere al Natale. Non puoi combatterlo. Non puoi sconfiggerlo. Non e’ una festa: e’ pazzia espansa. Devi semplicemente cedere e stare alla larga da scelte idiote tipo prendere la macchina e andare in centro. Per il resto gioisci delle luci e mangia come se non ci fosse un domani. E' solo l’ennesimo Natale. Ce ne saranno molti altri. 
Buon Natale.


mercoledì 13 novembre 2013

BRAVO!




Non ho mai sopportato i secchioni. Non posso farci niente, li ho sempre considerati degli infelici. Uno dei miei migliori amici e' stato un secchione; la mia attuale donna e' stata una secchiona. Non li sopporto perche’ riconosco in loro la triste e inguaribile dipendenza dal : “bravo!”.
Fortunatamente a me bravo non l’ha mai detto nessuno. Forse oggi ogni tanto qualche amico me lo dice e non nascondo che mi fa molto piacere, ma la dipendenza dal bravo e’ cio’ che genera i cosidetti “workaholic”, i dipendenti dal lavoro, quelle persone palesemente malate che mettono il lavoro al di sopra dei loro figli, del proprio compagno, dei propri interessi e quindi anche al di sopra di loro stessi. E tutto questo per cosa?! Per sentirsi dire “Bravo!” dal proprio capo.
Il tutto viene generato ovviamente durante il periodo scolastico, dove il bravo lecca sempre il culo per avere la sua dose di gratificazione, mentre il lazzarone lo sfotte,  rimorchia le ragazze e crea un enorme senso di invidia nel secchione che di reazione si isola ancora di piu’ e si applica per andare in quell’overdose di “bravo!” che compromettera’ per sempre la sua vita. La sua dipendenza lo portera’ di sicuro ad una vita di successi lavorativi e ad avere un buono stipendio, ma limitera’ lo scopo della sua intera esistenza ad un unica cosa: il lavoro. Perche’ la sua paura di non riuscire lo rendera’ diffidente da ogni campo in cui non eccelle e non si accorgera’ mai che il lavoro non ha senso se non hai una vita.
Il concetto di lavorare per vivere anziche’ vivere per lavorare dovrebbe essere alla base di ogni paese civile. Ma a cosa serve guadagnare e lavorare se vivi in un paese come l’Italia, dove se ti perdi il portafoglio sei piu’ preoccupato della trafila burocratica per riavere i documenti piuttosto che per l'effettiva perdita di denaro? A nulla. Lavorare non serve a nulla se non puoi permetterti la bella vita. E sono assolutamente d'accordo con chi afferma che la bella vita te la crei. Ma i dipendenti dal “bravo”, non riescono facilmente a reagire e compiere delle azioni per loro stessi perche’, in quel caso, non ci sara’ nessuno a dirgli “Bravo!”. E allora implodono, diventano pazzi depressi e si prostrano di fronte allo sfruttatore che gli dara’ piu’ gratificazione.
La vita non e’ un dono, ma e’ l’unica opzione che hai (oltre al nulla, ovvio). Quindi, caro secchione che stai leggendo, alzati dalla scrivania, esci e vatti a fare un giro. Magari caca dietro ad una macchina per strada se ne hai bisogno. E inizia a fregartene di cio’ che va fatto oppure no. Conta solo cio’ che tu vuoi. Nel rispetto degli altri. Ma dato che  non penso che a Roma facciano molta distizione tra una cacata di essere umano o le innumerevoli cacate di cane che si trovano per strada, piantala di farti le pippe mentali; “Bravo!” lo dicono coloro che fanno finta di sapere come si fanno le cose, ma sappi che in realta’ c’e’ solo chi decide come si fanno e chi semplicemente le fa.  Quindi vai, diventa libero e trova il tuo modo di fare le cose, senza sentirti dire “Bravo!”.
Anche tu ne hai diritto, caro secchione.

giovedì 24 gennaio 2013

UN BELL'EDITORIALE

Era la fine del 2011 e usciva l'ultimo aggiornamento di www.novamuzique.net, una webzine musicale creata da me, Anthony Ettore, Paolo Alvano e gestita da mio fratello Christian. Questo rimane un gran bell'editoriale che scrissi all'epoca; non so perche' ma ho l'impressione che le cose siano un po' cambiate. Forse e' l'ottimismo del vecchio che guarda al passato e vede tutto migliore..

"Mi viene il vomito" diceva un noto cantante tossicomane del vecchio scarpone. E come si fa a non farselo venire mi chiedo io. Il 2012 si avvicina e i Maya non sbagliano. I froci prima si ghettizzano e poi vengono ammazzati quando escono allo scoperto perché sono vestiti da comunisti; Sandra Mondaini che viene “smasacrata” (come direbbe un nostro autore) dalla tv che gli domanda se soffre e lei risponde "sì" con la voce di sbirulino. I vecchi che vanno con le puttane e i giovani a casa col porno. Andiamo male, molto male. Ma come si fa a credere all’immortalità? Perché un settantenne che si piscia sotto non vuole più fare il nonno? Non si rende conto che il suo fisico è ridicolo nonostante la pensione che incassa ogni mese. Per fortuna c’è il rock & roll, anche se i Ramones non ci sono più, Dio è morto assieme a Pete Steele e i New York Dolls se ne vanno in giro con il catetere. C’è la vera musica italiana (vi consiglio vivamente di leggere la nuova intervista agli Inferno) che noi recensiamo con gran piacere, però, una volta per tutte ragazzi, toglietevi dalla testa di farci i soldi. Siate punk Cristo! State in una nazione in cui i soldi li fanno i vecchi o i cerebrolesi in televisione. Volete essere famosi o volete fare musica? Per diventare ricchi è più probabile giocare al Superenalotto. Piantatela di sperare e andate a rompere i timpani per strada a tutte quelle merde raggrinzite che vi hanno fottuto il futuro andando a fare la spesa durante l’orario di lavoro o facendo cose che “tanto non se ne accorge nessuno”. Sono loro che cacano sui vostri sogni di rock & roll. Vi devono qualcosa.

martedì 15 gennaio 2013

PERCHE' NO.

Forse comincio ad aggiornare questo blog. Perché mi va di comunicare con gli altri facendo finta di parlare con me stesso. Perché mi va di criticare le cose che vedo e che sento. Perché non si e' mai troppo vecchi per avere amici immaginari, ma se ti apri un blog hai la scusa per non essere considerato un pazzo. Perché mi emoziono davanti a film o dischi o fumetti o libri e mi va di dirlo a qualcuno. Perché se Metibla si spiega forse qualcuno ascolta anche la sua musica. Perché no?!

martedì 9 agosto 2011

RELATIVITA'

Un giorno farai smorfie involonarie
che non faranno ridere nessuno;
la preoccupazione si impossessera'di chi ti circonda.
E ti ritroverai ad essere l'unico protagonista
dell'epilogo della tua vita;
potra' essere bello o brutto,
ma solo agli occhi degli altri,
dato che i tuoi saranno troppo impegnati a spegnersi.

giovedì 18 marzo 2010

UOMINI

Siamo solo una massa con forme esteticamente ben definite alla disperata ricerca di un qualcosa che non c'è. Più ci impegnamo nella nostra ricerca e più siamo appagati nello svolgere il nostro compito. Sappiamo perfettamente che quello che consideriamo la nostra mèta, non è nient'altro che il simbolo di ciò che vorremmo mentre le nostre carni si ammorbidiscono ogni giorno di più.
Litighiamo fra di noi per convincere gli altri che sono stati un ostacolo per la nostra personale ricerca del nostro personale qualcosa.
Ce ne stiamo sempre in attesa che qualcosa cambi, quando l'unico vero cambiamento sarà la fine, l'assenza di tutto ciò che oggi può permettermi di scrivere questi pensieri.

domenica 13 dicembre 2009

ITALIA

Questo paese fa schifo: E’ razzista e crudele; la gente non si limita a offendere zingari o immigrati, che quantomeno sono riconducibili ad una specifica etnia. Tutte le persone tendono a sottomettere il prossimo in un ufficio o per aggiudicarsi un parcheggio. L’italiano vuole la guerra, si dichiara cristiano ma segue i principi del satanismo e simpatizza per il fascismo perché necessita delle manganellate per ragionare. Non percepisce la grandiosità del concetto di “libero arbitrio”. Lui pensa che con la forza e il denaro si possa affittare l’anima delle persone. E’ questo il germe del vero razzismo.